Memorial Corazzata Roma

La nostra associazione Menorcamica, onora e mantiene vivo il ricordo della Corazzata Roma, i cui naufraghi a Mahon ebbero accoglienza, cura, conforto e alcuni anche sepoltura. Allo stesso modo ricordiamo le sette navi che portarono in salvo i naufraghi rimanendo internate in queste Isole per sedici lunghissimi mesi. Il capo squadriglia Capitano di Vascello Giuseppe Marini svolse il gravoso compito di comandante in mare di duemila uomini, che riportò con le stesse navi in Patria in tempo per partecipare ancora alla guerra di liberazione.
È giusto ricordare anche l’amichevole comportamento del comandante della Base Navale di Mahon: Capitan de Navío Francisco Benito che dovette districarsi fra ordini superiori non sempre amichevoli e la sua personale umanità e infine amicizia per i “colleghi” italiani. Tutti quegli uomini scrissero una storia ricca di valori e di onore, poco conosciuta dagli italiani e degna di essere divulgata e studiata, dalle giovani generazioni.
All’Isola del Rey, nell’antico ospedale navale, nelle stesse sale dove furono curati i circa trecento feriti è nata la Sala Memorial Acorazado Roma che presenta ai visitatori immagini, documenti, ricordi e cimeli della vita di quegli uomini compreso il periodo del loro forzato soggiorno in queste isole. Ciascuno, con la propria storia personale, scrisse un toccante racconto carico di umanità sul senso del dovere, sulla loro civiltà. La popolazione menorchina contribuì con un comportamento accogliente e solidale, a creare un clima di fiducia e amicizia. Nacquero amori, matrimoni, figli e relazioni tra le persone che sarebbero durate anche tra i loro discendenti fino ai nostri giorni.

Probabilmente, il progetto dei padri fondatori dell’Europa unita prese spunto anche dalle vicende di quegli uomini provati e stanchi di oltre mezzo secolo di guerre crudeli tra popoli dello stesso continente.
Il Museo si sviluppa in due sale al pianterreno dell’antico ospedale. Nella prima, entrando, la teca con il modello in scala 1:100 della Corazzata Roma. Nell’angolo in direzione delle Bocche di Bonifacio, su un leggio di granito di Sardegna, il libro con i nomi dei caduti circondato dalle bandiere di alcune regioni, province e città italiane da cui provenivano.
Una serie di pannelli con fotografie dell’ammiraglio Bergamini, del comandante Del Cima, di alcuni membri dell’equipaggio, dei medici, delle suore che li curarono, e la famosa connazionale carlofortina Fortuna Novella che grazie alla sua dedizione materna quei marinai chiamarono: “Mamma Mahón”. In una bacheca alcuni cimeli appartenuti ai naufraghi e ai loro salvatori. Nella seconda sala, altre fotografie degli interni del Roma e immagini del ritrovamento del relitto, dopo sessantanove anni, ad opera dell’ingegnere italiano Guido Gay con il suo “Pluto Palla” a 1200 metri di profondità. Quattro manichini indossano le uniformi di marinai italiani e quella dell’“Armada” spagnola che fu fornita ai naufraghi, arrivati ignudi e alcuni addirittura senza neanche la pelle, essendo la maggior parte ustionati in modo più o meno grave.
Campeggia minacciosa la copia in grandezza naturale della bomba Fritz x1400 che provocò l’affondamento; il primo ordigno telecomandato della storia, portatore di morte e distruzione. Infine la ricostruzione di un interno, in grandezza naturale, di nave da guerra con tutto quello che componeva l’essenziale arredamento di un locale dove vivevano i marinai. Una serie di documentari, alcuni inediti, riguardanti il Roma, il Pegaso e l’Impetuoso, completano la storia e una raccolta di documenti scritti costituiscono il nucleo principale del nostro Centro di documentazione della storia navale italiana nel Mediterraneo.

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