Il 9 settembre 2018 a Mahón, si festeggia la “Virgen de Gracia” patrona della Città. Lo stesso giorno all’isola del Rey, l’isolotto al centro del porto, abbiamo celebrato solennemente il settantacinquesimo anniversario della tragedia che, nell’arco di mezza giornata, ha visto tre navi della nostra, allora Regia Marina, scomparire nelle acque prossime alle Bocche di Bonifacio con la maggior parte dei loro equipaggi la corazzata Roma, i cacciatorpediniere Da Noli e Vivaldi.

Nell’Ospedale Navale dell’isola del Rey, fondato dagli inglesi nel 1711 quando erano diventati padroni di Minorca, furono portati 521 sopravvissuti del naufragio; altri cento circa arrivarono nella Baia di Pollenza al Nord di Maiorca. Tredici di loro arrivarono morti e altri tredici morirono in Ospedale assistiti e confortati dalle Suore della Carità tra le quali Suor Demetria Bragado Medina che oggi, come ultima testimone in vita di quei giorni, all’età di novantasette anni era presente tra noi per dare ancora una volta testimonianza della loro carità cristiana e generosa dedicazione verso i sofferenti. Altri 259 feriti, la maggior parte dei quali con ustioni di varia gravità, soggiornarono in cura per tempi diversi. Alcuni dovettero essere trasferiti negli ospedali di Barcellona e di Madrid dove subirono ulteriori numerose operazioni rimanendo segnati permanentemente per il resto della loro vita. Il restante dei naufraghi con traumi di piú lieve gravità, dopo le medicazioni furono allogiati alla Base Navale in condizioni estremamente precarie, dormendo sulla nuda terra al riparo di un ferzo recuperato fortunosamente. Per quattro lunghi mesi rimasero in quelle condizioniprima di essere trasferiti a Caldes de Malavella in Cataluña dove finalmente poterono dormire in un vero letto.
In questi giorni un gruppo di italiani, familiari di quei marinai, hanno compiuto un viaggio da varie regioni per venire a Mahón a respirare quello che chiamiamo “Spirito dell’isola del Rey”, ricordando quei momenti di dolore e di solidarietà e rinnovando l’amicizia che da 75 anni unisce la nostra comunità alla gente menorchina.
Con loro ha viaggiato, testimone di quei fatti, Gustavo Bellazzini anche lui novantasettenne che insieme a Suor Demetria hanno ancora una volta raccontato delle loro peripezie con una lucidità e dovizia di particolari da fare invidia a molti di noi.
Abbiamo iniziato il sabato mattina visitando la Base Navale, nei luoghi che hanno visto passare le loro giornate affamati e tristi con il pensiero rivolto alle loro famiglie e l’angoscia di un futuro incerto e senza speranza. Anche oggi siamo stati accolti dal comandante Capitano di fregata Guillermo Coll Florit che dopo averci rivolto un caloroso benvenuto ci ha messo a disposizione ogni angolo della base relazionato con la storia dei nostri marinai. Nel pomeriggio abbiamo potuto visitare il mausoleo del cimitero cittadino dove riposano i 26 marinai defunti che nel dopoguerra la nostra Marina aveva deciso di onorare, componendo i loro resti in un nuovo monumento di marmo, opera dello scultore Armando D’Abrusco, con una cerimonia svoltasi il 29 settembre 1950.
Domenica mattina alle otto e trenta eravamo tutti riuniti all’imbarco del catamarano giallo che puntualmente ci ha portato all’isola del Rey dove ci aspettavano il vicario generale della diocesi di Minorca Don Gerardo Villalonga e i volontari dell’isola che hanno permesso con il loro lavoro e il loro entusiasmo di ricuperare l’antico edificio quasi per completo.
Dopo la messa celebrata nella cappella cattolica intitolata a San Carlo Borromeo, alla presenza dell’aggregato alla difesa dell’ambasciata italiana a Madrid Capitano di Vascello Domenico Guglielmi, del comandante militare di Minorca Colonnello Benjamin Oriola e del comandanre della Base navale CF Guillermo Coll Florit, abbiamo deposto una corona al monumento che ricorda i caduti di ogni paese che sono morti in quell’ospedale e abbiamo ricevuto in ricordo di questa celebrazione il Crest dell’associazione “Regia Nave Roma” dalle mani del presidente Vittorio Catalano Gonzaga. Infine tutti insieme abbiamo percorso e visitato le sale dell’antico Ospedale per concludere la visita nelle sale del “Memorial Acorazado Roma”.
La vicenda della corazzata Roma è una storia emblematica. Si tratta di un avvenimento che vede gli europei, durante la prima metà del novecento, combattersi fra loro con le armi ed oggi uniti in una comunità, purtroppo ancora imperfetta. Abbiamo cambiato la forma di farci la guerra, si preferisce il conflitto commerciale, del turismo, della pesca, dei migranti, in un parlamento che deve trovare forme legislative che favoriscano tutti i Paesi membri dell’Unione. Quello che però è difficile da capire è il perchè alcuni Paesi raccolgono morti e diseredati dal Mediterraneo ed altri alzano muri e barriere per difendersi dall’invasione dei poveri della terra. La Fondazione Internazionale dei Diritti Umani dice:- La migrazione umana non è una questione di polizia, ma fa parte della natura umana. Migrare, fuggire, cercare rifugio è un diritto umano.
A questa domanda i nostri padri a Minorca risposero già settantacinque anni fa. Perchè la Comunità Europea oggi non è capace di mettere in pratica quello che dice la carta magna dell’unione. “Preambolo : – I popoli d’Europa, nel creare tra loro un’unione sempre più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni.
Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà;….”
All’Isola del Rey, oggi spagnoli e italiani, con questo atto così emotivo, abbiamo ricordato i nostri padri, abbiamo celebrato ancora una volta questo principio fondamentale della nostra società umana.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
Un pensiero su “Celebrato a Mahón il 75º anniversario dell’affondamento del Roma”
Mario è un grand’uomo, per quello che ha fatto e che continuerà a fare per mantenere vivo il ricordo della tragedia della ROMA.
Condivido in pieno il suo rammarico, nel constatare che nei nostri governanti attuali la Storia del recente passato non ha insegnato nulla. E che, purtroppo, la solidarietà umana che dovrebbe stare alla base di ogni politica è una pia illusione.