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Menorcamica / Italiani a Menorca

Arrivo a Mahon

La storia di quest’avventura comincia nel 1990, quando Mario Cappa, operatore cinematografico per decenni del Centro di produzione tv della Rai di Torino, e Valnea Tavolieri, orfana di un disperso della corazzata Roma, con una barca a vela, che era la loro casa da alcuni anni, approdano a Mahon provenienti dalla Sardegna. Avevano una vaga notizia che a Mahon esisteva qualcosa circa i naufraghi della Roma, ma niente di preciso. Un loro amico menorchino aveva confermato l’esistenza di un mausoleo dedicato ad alcuni caduti italiani.

Fu nel 1992, in occasione della venuta a Mahon della nave militare italiana Cassiopea, quando accompagnando una rappresentanza del suo equipaggio a rendere omaggio ai caduti nel cimitero di Mahon, scoprirono che quel mausoleo era stato eretto per i marinai della Roma. Cominciarono così a partecipare ogni anno, il 2 novembre, alla cerimonia di commemorazione dei caduti in compagnia delle autorità militari spagnole e all’aggregato alla Difesa italiano presso l’ambasciata di Madrid.
Da qualche anno, un nutrito gruppo di persone di varie nazionalità, che vive a Menorca, guidato dal dinamico generale Luis Alejandre Sintes, già capo di stato maggiore dell’esercito spagnolo, ha cominciato, lavorando volontariamente, il recupero fisico dell’Isla del Rey o Isla de l’Hospital che si trova nel centro del porto di Mahon, dove nel 1711 gli inglesi, che allora occupavano Menorca avevano costruito l’ospedale navale per i feriti della loro flotta che incrociava nel Mediterraneo. Il complesso era stato smesso come ospedale dall’esercito spagnolo nel 1964 e abbandonato.

 

Fu in quell’antica struttura che il 10 di settembre del 1943 arrivarono e furono ricoverati i marinai della Roma; i più bruciati orrendamente, altri morirono nonostante le cure. Le quattro navi che avevano recuperato e portato i naufraghi rimasero internate in porto per sedici mesi, fino al 15 gennaio del 1945, quando l’abile Capitano di Vascello Giuseppe Marini, riportò in Patria le navi e i suoi uomini. In uno dei saloni del vecchio ospedale militare c’era una targhetta provvisoria che diceva: “Memorial Acorazado Roma”. Parlando col generale Alejandre, capirono che quell’idea era l’espressione della sensibilità della gente di Menorca verso quei “marinos italianos” che avevano imparato ad amare e ad apprezzare nel periodo che avevano trascorso insieme. Fu allora che si sentirono in dovere di fare la propria parte, prendendosi cura della loro memoria, progettando l’allestimento della Sala Roma e la ricerca di persone e di notizie relative a quegli uomini. Ne parlarono con alcuni connazionali e così nacque, dapprima la “Familia Italiana en Menorca”, divenuta più tardi “Menorcamica”.

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