I cadetti dell’Accademia Navale imbarcati sul Vespucci durante il loro soggiorno a Minorca hanno visitato il Museo della corazzata Roma all’Isola del Rey e reso gli onori militari, con la deposizione di una corona, al Mausoleo dei suoi caduti. Entrambi gli atti al Museo e al Cimitero cittadino sono stati presieduti dal nuovo Ambasciatore italiano a Madrid Stefano Sannino venuto a Minorca per l’occasione. Alla “Sala Memorial Acorazado Roma”, con l’Ambasciatore, sono venuti quasi tutti i 101 cadetti imbarcati, esclusi solo quelli di guardia a bordo e parte dell’equipaggio insieme al Comandante CV Curzio Pacifici, il Comandante in seconda CF Ettore Ronco, il Comandante del Corso CC Francesco Marzi e l’addetto Navale dell’Ambasciata d’Italia a Madrid CV Michele Spezzano.
La visita all’antico Ospedale Navale, costruito per la squadra navale inglese agli inizi del 1711 quando Minorca era sotto il dominio britannico, si conclude nelle sale dove il 10 settembre 1943 furono assistiti i feriti della corazzata Roma. Erano 621 gli uomini riscattati da sette navi della squadra al comando dell’Ammiraglio Bergamini. Le navi con i naufraghi sopravvissuti arrivarono alle prime ore del giorno nel porto di Mahón. Furono subito portati all’Ospedale dell’Isola del Rey dove ne arrivarono 13 che erano morti durante il viaggio e altri 13 che in quelle sale non ce la fecero a sopravvivere alle terribili bruciature che avevano subito. Sono gli unici 26 che hanno avuto la sorte di essere sepolti in un cimitero dove, in ogni ocasione, possiamo rendere omaggio. Gli altri componenti di un equipaggio di 2021 uomini, giacciono in fondo al mare a 1300 metri di profondità nei pressi delle Bocche di Bonifacio.
Anche all’ultimo corso dell’Accademia Navale di Livorno abbiamo illustrato così la storia di nave Roma, come facciamo ogni domenica con i visitatori europei che vengono all’Isola del Rey. Nel nostro paese, quelle vicende finiscono il 9 settembre 1943 con l’affondamento del Roma, nave insegna della nostra flotta, senza sapere più nulla di tutto quello che successe ai naufraghi e ai loro soccorritori nei sedici mesi successivi, in quest’isola spagnola neutrale. Oltre 2000 persone rimasero praticamente sequestrate con le loro navi fino al gennaio del 1945 quando poterono tornare in Patria ancora in tempo per prendere parte agli ultimi mesi della guerra di liberazione.
Queste visite da parte di chi intende, un giorno, diventare comandante di una nave militare, hanno un grande valore pedagogico. Non solo sono un omaggio a coloro che persero la vita nella prima rappresaglia nazista contro l’Italia. Quando tutti scappavano per mettersi in salvo, loro rimasero sulle loro navi, fedeli al giuramento che avevano fatto. Siamo fermamente convinti che la memoria costituisce la sapienza delle generazioni future. Per questo siamo orgogliosi di questa visita dei futuri ufficiali della nostra Marina Militare italiana.