Storia

tudons

Quello che stupisce di Minorca è la grande concentrazione di testimonianze storiche, un numero incredibilmente elevato per un territorio di soli 700 km. quadrati. La storia di Minorca è iniziata con l’Età del Bronzo, (2.000 A.C), a cui è stato dato il nome di periodo pretalayótico e che ha lasciato soprattutto testimonianze funerarie come i sepolcri megalitici e le sepolture collettive, la più conosciuta delle quali è la Naveta des Tudons. L’evoluzione di questa cultura ha prodotto, a partire dal 1400 A.C, delle grandi costruzioni in pietra conosciute come talayots, tanto importanti da dare il nome al periodo più ricco della preistoria dell’isola. In questo periodo inizia l’espansione delle prime cittàdine come Trepucó, Torre d’en Galmés o Son Catlar, tutte con un singolare monumento di culto chiamata Taula; le necropoli di queste cittadine venivano costruite nelle grotte della costa, come si può vedere ancora oggi a Calas Coves o Cala Morell. La cultura locale, che si basava essenzialmente su costruzioni “ciclopiche”, cominciò a ricevere l’influenza delle altre culture del Mediterraneo che si avvicinarono all’Isola; in particolare i cartaginesi, che si erano stabiliti a Ibiza e che portarono la capacità di produrre nuovi utensili.

L’epoca romana e pre-romana
Alcuni anni prima del 252 a.C. Minorca venne invasa dai cartaginesi divenendo così una colonia punica. Dopo la fine delle guerre puniche la pirateria nel Mediterraneo occidentale subì un incremento grazie alla posizione strategica delle isole Baleari, fra la penisola iberica, appena conquistata dai romani, e quella italiana. Le reazione romana non si fece attendere e nel 123 a.C. le isole Baleari furono occupate dai romani agli ordini del console Quinto Cecilio Metello. Due anni dopo venivano incorporate nella Hispania Citerior. Nel 13 a.C. Cesare Augusto riorganizzò il sistema delle province romane e le isole Baleari divennero parte della provincia imperiale tarasconese.

Dai Vandali ai musulmani
Nel V secolo Minorca fu occupata dai Vandali fino alla conquista dei loro centri principali da parte dei bizantini. Verso l’anno 859 Minorca subì un attacco normanno che fu fonte di numerose distruzioni. Successivamente, con la conquista della Spagna peninsulare da parte degli arabi, Minorca fu assegnata al Califfato di Cordoba (903) ed il suo nome fu arabizzato in Manûrqa. L’isola riprese la sua antica vocazione di rifugio per la pirateria, ora musulmana, cosicché nel 1137 una flotta genovese di 22 galere, sei navi e legni minori, agli ordini dei Oberto Della Torre e del console Caffaro compì a Minorca una spedizione punitiva, nota poi come impresa di Almeria, coronata da successo. Nel 1146 una seconda spedizione genovese, disposta sempre dal console Caffaro, e composta da 28 galere ed altre navi, sbarcò nell’isola fanti e cavalieri che sottoposero a saccheggio per quattro giorni i villaggi musulmani. Il tentativo di questi ultimi, usciti con la loro fanteria ed uno squadrone di cavalieri dal porto di Maó, di attaccare alle spalle le forze genovesi attendate sulle rive nella baia di Fornells dove erano ormeggiate le navi, non ebbe successo ed anche la capitale fu espugnata dai genovesi.

Il periodo aragonese
Nel 1231, dopo la riconquista di Maiorca da parte delle forze cristiane, Minorca divenne uno stato islamico indipendente, sebbene tributario del re cristiano Giacomo I di Aragona. Il 17 gennaio 1287 gli aragonesi di Alfonso III invasero l’isola e gran parte degli abitanti mussulmani furono ridotti in schiavitù e venduti sui mercati di schiavi di Ibiza, Valencia e Barcellona. Fino al 1344 l’isola fece parte del Regno di Maiorca, uno stato vassallo di quello aragonese, che fu successivamente annesso all’impero aragonese e poi al regno unificato di Spagna. Nel 1535 l’isola subì l’incursione del pirata Barbarossa, Khair ad-dīn (Cairedino o Ariadeno dei nostri cronisti) e nel 1558 l’attacco del turco Mustafá Pialí che distrusse la città di Maó e la capitale Ciutadella.

castellL’occupazione inglese
Nel 1708, durante la Guerra di successione spagnola, Minorca fu conquistata dalla flotta inglese ed il dominio britannico fu confermato, insieme a quello sulla rocca di Gibilterra, con il Trattato di Utrecht del 1713 che pose fine alla guerra di successione spagnola. Minorca divenne governatorato britannico sotto sir Richard Kane e, dopo la guerra anglo-spagnola 1727 – 1729, la sua appartenenza alla Gran Bretagna venne confermata dal trattato di Siviglia (9 novembre 1729). Nel corso della Guerra dei sette anni Minorca fu posta sotto assedio francese e lo squadrone navale inglese, agli ordini dell’ammiraglio John Byng (1704 – 1757) non riuscì ad aver ragione degli avversari. La guarnigione inglese, che John Byng non seppe evacuare, capitolò il 29 giugno 1756. A seguito del Trattato di Parigi del 1763 la sovranità inglese fu riconosciuta e l’isola tornò sotto il controllo della corona britannica. Durante la rivoluzione americana, le forze franco-spagnole invasero nuovamente Minorca (1781) e, dopo un lungo assedio del Castello di San Filippo, la occuparono totalmente il 5 febbraio 1782. Nel corso della Rivoluzione francese le forze britanniche recuperarono ancora la sovranità dell’isola nel 1798.

mola2Il ritorno alla Spagna
Con il Trattato di Amiens, stipulato nel 1802 fra la Gran Bretagna e la Francia napoleonica, Minorca fu assegnata definitivamente alla Spagna.

Guerra civile
Allo scoppio della guerra civile spagnola, Maiorca e Ibiza passarono ai franchisti, mentre Minorca rimase repubblicana fino alla sua caduta nel 1939. Anche gli italiani presero parte a quella tragedia, schierati con i nazionalisti quelli inviati da Mussolini in aiuto del generale Franco e dal lato dei repubblicani gli antifascisti delle Brigate internazionali. Tra i caduti di quella guerra gli aviatori di un aereo italiano abbattuto dalla contraerea dell’Isola. Riposano nel cimitero di Ciutadella e gli rendiamo onore come a tutti i caduti di tutte le guerre.

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